Matilde è riuscita a dire no al marito violento!
Una storia di violenza in famiglia, simile a quelle che quotidianamente affollano i giornali e le tv. Un uomo violento e con turbe psichiche.
Una moglie troppo “remissiva” e che nel tempo era arrivata a subire molto più del dovuto, troppo. Una donna che, diventata madre, aveva cercato nell’affetto dei suoi bambini quell’affetto che non aveva più dal compagno della sua vita, ma che così facendo, senza accorgersi, aveva aumentato la rabbia del marito, il suo sentirsi rifiutato, escluso, e che aveva aumentato anche la sua violenza.
E le botte si sono, così, “allargate” anche ai bambini.
Fino a quando una volta sono diventate troppe e l’hanno spaventata perché le hanno fatto intravedere il rischio che stavano correndo lei e i suoi figli. E così, finalmente, ha trovato la forza per spezzare quel legame “malato” superando la paura che l’aveva attanagliata per anni.
Quando l’abbiamo incontrata per la prima volta, Matilde era una donna terrorizzata, che non pensava fosse possibile ripartire, che non riusciva nemmeno ad accettare dei suggerimenti perché non credeva possibile proteggersi dal marito, dalla vita.
Ma non ci siamo arresi e l’abbiamo accolta in uno dei nostri appartamenti protetti e, piano piano, la vita è ripartita.
Fare un progetto con una donna vittima di gravi maltrattamenti e violenza significa aiutarla a ricostruirsi una rete di supporto, sia con la propria famiglia che con i vari Servizi che possono aiutarla nella vita quotidiana ma anche renderla capace di essere autonoma nella soluzione dei vari problemi. Matilde ci è apparsa fin da subito una donna forte e con tante risorse ma inconsapevole delle sue capacità, e che anzi si viveva come debole e dipendente dal marito.
Nel tempo Matilde ha riconquistato il coraggio di vivere, partendo proprio dalla casa che Cena dell’Amicizia gli ha dato ma anche dal confronto con operatori e volontari che l’hanno supportata, incoraggiata, consigliata e soprattutto affiancata nelle piccole come nelle grandi scelte che si è trovata davanti.
In questi anni Matilde ha via via capito che riconquistare la fiducia nella vita era l’unico modo per proteggere e crescere adeguatamente i suoi figli.
Ora la sua situazione è stabile: ha un lavoro regolare e che le piace molto, ha ripreso i rapporti con la sua famiglia di origine, ha tante amiche, i suoi figli sono cresciuti e si avviano a fare scelte “da grandi”. Infine è anche riuscita ad acquistare un appartamento dove si trasferirà il prossimo inverno. Quest’estate, in particolare, ha raggiunto l’apice della felicità quando la sua primogenita si è brillantemente laureata col massimo dei voti e si sono ritrovate a piangere, commosse, una abbracciata all’altra.