Sul Il Venerdì di La Repubblica del 5 gennaio 2024 Salvatore Garzillo ci racconta, con parole e disegni, cosa ha scoperto della vita delle persone che vivono in strada.

A noi è piaciuto molto perchè vengono sfatati dei miti come, ad esempio, la famosa libertà dei clochard: “devo prenotare, mettermi in coda, non sono mai stato tanto occupato in vita mia. Chiamali impegni in povertà” Nei giorni seguenti ho capito cosa intende. La sua giornata è piena di appuntamenti, scadenze, file per prendersi quel pezzetto di dignità che il Comune mette a disposizione a un numero limitato di clochard come lui.” ma si legge anche “la mia vita è fatta di regole che devo rispettare ma che non ho deciso. Sono i servizi che scandiscono i ritmi della mia giornata. non posso scegliere quando svegliarmi perchè ho l’obbligo di uscire a una certa ora dalla struttura, non importa che fuori piova o si muoia di caldo. Non importa se ho la febbre a 39. Devo uscire. E devo rientrare quando mi autorizzano. Ecco la mia libertà.

Altro punto spesso non compreso…perchè la strada e non un dormitorio? A questa domanda una parte di risposta è legata a quanto appena detto sugli impegni in povertà che portano anche a percorrere una quindicina di chilomentri per assolverli ma una parte di risposta ci viene data ora: “la società mi dice che ora dovrei essere felice perchè stanotte dormo al caldo.. Prova tu a essere felice in un letto in cui rischi di prenderti le cimici, in uno stanzone con sconosciuti spaventati e indurito dalla vita, dove non puoi neppure fumare una sigaretta alla finestra. Grazie tantissimo, non vedo l’ora” oppure “Il centro Sammartini è la prima porta di accesso per un letto al coperto, qui viene assegnato all’utente il dormitorio disponibile. Può anche capitare di finire fuori città e ogni volta è un piccolo viaggio”

Abbiamo preso degli stralci del servizio che riportiamo ora integralmente