Cari Marcello e Antonio, GRAZIE

CARI AMICI CHE SE NE VANNO

Due amici di lunga data ci hanno lasciato lo stesso giorno, lo scorso 11 giugno: Marcello Cino e Antonio Mininni; li salutiamo con un ricordo della lunga storia che per anni li ha legati a Cena dell’Amicizia.
 


La cosa più preziosa che ho sperimentato nel mio lavoro in Cena è senza dubbio la potenza delle relazioni. E le relazioni hanno sempre un nome e un volto ben precisi. 
La scorsa settimana ho vissuto delle potenti emozioni partecipando al funerale di Antonio, un fiume di ricordi mi ha attraversato, ricordi del tempo in cui sono nate tante iniziative in Cena mosse dal quel vulcano di idee che era Ermanno: la mostra fotografica itinerante della “Mal Ora”,  il Centro Diurno con i suoi laboratori, il capodanno degli Ultimi, i primi alloggi di housing sociale, il giornale di strada “Scarp de Tenis”…  
Il pregio di Antonio è stato proprio la sua capacità di appassionarsi a queste iniziative che ha seguito (e di cui ha anche beneficiato) contribuendo sempre con entusiasmo e partecipazione. 
Antonio era stato ospitato al Centro di Accoglienza quando si trovava al minimo della speranza. 
Era un uomo sconfitto, che sentiva il peso del fallimento e che si trovava dolorosamente a fare i conti con i disastri della sua vita. 
Ermanno lo agganciò veramente non tanto coinvolgendolo nei vari progetti, bensì attraverso una richiesta: io non so nulla di te – gli disse un giorno- e voglio conoscerti, quindi scrivimi  la tua storia. 
Antonio fu sempre grato ad Ermanno per questa “forzatura” e per l’attenzione che ricevette. 
Lui non ne sarebbe stato capace da solo. 
Era un uomo appassionato delle persone, che ha imparato a donarsi agli altri, che ha saputo gustare l’aiuto che ha dato a tante persone ma che aveva una grande paura di affidarsi agli altri. 
Antonio fu il primo ospite del primo alloggio che l’Istituto Case Popolari ci assegnò e che Cena restaurò e vi rimase per 8 anni, fino al giorno in cui si vide assegnato l’appartamento in cui visse fino a pochi giorni fa. 
Ho sempre pensato che tutto il suo dedicarsi agli altri attraverso Scarp de Tenis, di cui è stato il pilastro della redazione di strada fino alla pensione, come anche nelle sue “ronde notturne indipendenti”, quando andava incontro alle persone che dormivano per strada, a quelli che non accettavano di entrare nei dormitori, fosse la sua punizione e allo stesso tempo la sua redenzione: era più bravo a motivare e suscitare speranza negli altri che a se stesso…  
In occasione del funerale ho fatto anche la conoscenza di Marianna, sua figlia, che era presente con marito e figlio.
Una famiglia di belle persone che mi hanno colpito per la loro sensibilità ed attenzione. 
Straordinariamente un filo che ho sentito in continuità con Antonio, sebbene lui non li avesse mai conosciuti. 
A volte le storie e le appartenenze sono più grandi di noi e ci attraversano, di generazione in generazione, e mi ha commosso pensare che forse oggi la famiglia di Antonio può riscrivere una parte della propria storia e attraverso la conoscenza delle debolezze e delle virtù di Antonio capire maggiormente le complessità con cui siamo fatti, per arrivare, magari, ad accettare meglio anche se stessi.

Dr Andrea Gazziero – Coordinatore Centri di Accoglienza di Cena dell’Amicizia
 


Un saluto al cuoco Marcello.
Sembra passato tanto tempo da quando Marcello non è più ai fornelli della Cena del Martedì con il suo fido socio Franco. Da qualche tempo quella cucina è cambiata, evoluta e rinnovata. Eppure ancora adesso oltre ai profumi di sugo e spezie, quello che si respira in cucina è il ricordo del cuoco Macello. Affezionato alla Cena, agli ospiti e ai volontari, Marcello era una presenza fissa di cui sentiamo la mancanza. Tante le risate e i rimproveri, con quell’aria a volte un po’ burbera, ma fortemente e sinceramente appassionata alla Cena del Martedì. Ci si sentiva davvero nella cucina di casa, con i suoi pro e i suoi contro, ma la cosa certa era trovare quella “strana coppia” che battibeccava mentre buttava giù kili di pasta o di riso, mentre mescolava il sugo o condiva la verdura. E poi un goccetto di vino per lo “chef” non poteva mai mancare! Marcello ha dato tanto alla Cena e credo che allo stesso modo la Cena abbia dato tanto a lui. È stato una colonna portante dei nostri martedì e lo ricorderemo sempre con affetto e gratitudine perché cucinare bene è difficile, ma cucinare con il cuore è ancora più raro e lui a suo modo ne era maestro! Oggi, ogni martedì, un’incredibile squadra di cuochi volontari porta avanti con amore una cucina nuova, rinnovata e dotata di lavastoviglie ed elettrodomestici tecnologici. Oggi lo sbuffo di Marcello così come il suo sorriso buono e appassionato risplende nei gesti di chi sta portando avanti la sua eredità con altrettanta dedizione e bravura. Grazie Marcello per esserti dedicato alla Cena dell’Amicizia, e siamo sicuri che continuerai a cucinare (e sbuffare) ovunque tu sia.
 


Francesca Cavola -
Volontaria della Cena del Martedì

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