Luis fa fatica a restare nella relazione

ma il Covid19 ci ha aiutato a rendere il rapporto con lui più forte

Vi presentiamo Luis

“Davanti alla mia finestra c’è da tempo un signore che vive in uno scatolone…è molto organizzato, si tiene pulito e ho notato che spesso passa da voi e torna con una borsa di cibo…” questa la frase di una signora che abita vicino a noi e il signore di cui parla è Luis, una di quelle persone senza dimora che difficilmente accetta di avere a che fare con associazioni, dormitori e quant’altro si può offrire in situazioni come la sua.

È vero che ha una lunga storia di strada e di frequentazione dei Servizi e che ora dice di non poterne più, ma in realtà le sue difficoltà sono ad un livello più profondo. La sua è una difficoltà a “stare” nella relazione: Luis riconosce di avere bisogno di tanti aiuti, cerca il contatto con le persone a cui chiede una mano, ma poi è difficile per lui accettare quello scambio e quel confronto “vero”, unico modo attraverso cui si possono risolvere problemi così grossi come quelli di chi vive per strada.

Siamo riusciti a inserirlo nel nostro Centro Diurno

Per lui è difficile accettare le regole che ogni Servizio, sia notturno che diurno, deve avere per gestire gruppi di persone. Noi siamo riusciti ad agganciare Luis attraverso il nostro Centro Diurno: da noi ha trovato uno spazio dove poter riversare la sua voglia di ripartire, la sua creatività, attivandosi in un laboratorio artigianale in cui ha potuto “costruire” diversi oggetti utilizzando materiali di riciclo. Uno spazio in cui ha potuto riacquistare un ritmo di vita “normale” e “sentire” anche le relazioni delle persone che si muovevano attorno a lui, oltre che accettare di essere aiutato a rifare i documenti persi e riprendere contatto con un Servizio Sociale.

In questi mesi lo abbiamo anche convinto ad accettare di entrare in contatto con un Servizio di educativa di strada del Comune di Milano sia per farlo accompagnare nel disbrigo delle sue pratiche amministrative che per provare a farlo entrare nel progetto Housing First, un progetto che ribalta completamente la tradizionale progettualità “a scalini” proposta da sempre da tutti i nostri Servizi di assistenza. In questo progetto, fortemente sostenuto anche da fio.PSD, la Federazione Italiana degli Organismi che si occupano di persone senza dimora, il primo passaggio che si realizza è la collocazione della persona emarginata in un alloggio, dentro il quale solo successivamente si costruirà un percorso di reinserimento sociale, di cura, eventualmente di lavoro.

Arriva il Covid19

Questo stimolante cammino con Luis si è però bruscamente interrotto con l’esplosione dell’emergenza sanitaria che ha investito tutti noi: a seguito delle varie ordinanze del Governo il nostro Centro diurno è stato chiuso per mantenere aperto 24 ore su 24 il Centro Maschile, sospendendo, di fatto, la frequentazione anche di Luis ma non il rapporto con lui. Consapevoli degli enormi bisogni che si sono creati per le persone come lui in queste settimane, gli abbiamo proposto di preparargli del cibo caldo sia per il pranzo che per la cena. E da quì siamo ripartiti a lavorare con lui sul quel tema di “relazione” su cui ha da sempre fatto molta fatica.

Dopo 5 settimane la situazione per Luis si è fatta molto dura non avendo nemmeno più la possibilità di usufruire di Servizi quali le mense, i guardaroba, le docce pubbliche, ma trovandosi impossibilitato anche ad utilizzare i servizi igenici dei bar… Ma ha mantenuto un dialogo con noi e tutte le volte che lo sentiamo non manca di ringraziarci e di dirci che è quotidianamente impressionato e stupito di come non solo gli operatori di Cena, ma anche tutti gli ospiti della Comunità si siano prodigati con mille attenzioni verso di lui, non facendolo sentire solo.

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