Padre e figlia entrambi volontari e entrambi oggi festeggiati
Talvolta i genitori desiderano che i figli ripetano le loro esperienze di vita quando sono state positive. Così capita per il lavoro, ma anche per altre attività a cui ci dedichiamo. Per me e mia moglie il volontariato alla Cena dell’Amicizia è stato un impegno che ci ha accompagnato per tanti anni: alla Cena abbiamo incontrato tra gli ospiti persone straordinarie che hanno lasciato un segno nella nostra vita, abbiamo condiviso questa attività con giovani come noi che ancora oggi sono tra i nostri amici più cari, abbiamo toccato con mano storie di emarginazione e di riscatto che abbiamo vissuto con grande partecipazione. E allora, come non desiderare che i nostri figli facessero lo stesso percorso?
A loro non lo abbiamo mai chiesto, ma fin da piccolissimi hanno sentito i nostri racconti, hanno accolto alcuni ospiti in casa nostra e si sono affezionati a loro come se fossero stati nostri famigliari.
Tanto è bastato perché qualche anno fa nostra figlia Maddalena chiedesse di entrare a far parte dei volontari della Cena del Martedì, trovando un gruppo vivace, impegnato, composto da giovani e meno giovani e subito si è sentita coinvolta. Ecco la bellezza di questo volontariato che aveva catturato me e mia moglie e poi ha conquistato anche lei.
La Cena è un luogo in cui la diversità si fa ricchezza, dialogo con chi è stato meno fortunato che restituisce ai volontari una straordinaria umanità, dialogo tra generazioni diverse che si aprono a relazioni genuine e gratuite, ispirate dal valore della solidarietà e dalla gioia di stare insieme: uno spazio in cui i giovani possono crescere in giustizia, responsabilità e libertà.
Perché ve ne parlo oggi? Perché oggi è la festa dei papà, ma è anche il compleanno di Maddalena e così festeggiamo insieme, io “diversamente giovane” e lei nel fiore degli anni!