Care amiche e amici di Cena, torno dopo dieci anni a parlare della festa del papà, e mi fa piacere riflettere ancora su questa data, che non è soltanto commerciale ma ci rimanda a San Giuseppe, il papà per eccellenza.

Ora che i miei figli sono diventati due favolosi adolescenti (periodo stimolante e bellissimo anche per i genitori) vedo quotidianamente l’importanza della famiglia, che cerca di costruire una cornice serena dalla quale far sperimentare loro i primi passi di libertà e autonomia e prepararli, prima o poi, a uscirne. 

Ed è quello che cerchiamo di fare nelle nostre comunità rimediando ai dolori di famiglie inesistenti o inadeguate.

Ce l’ha insegnato il nostro primo Presidente, Ermanno Azzali e non è un caso che ai suoi funerali un ospite intervenne dal pulpito per dire queste semplici, fondamentali parole: “Per me Ermanno era un padre”.

Cena ha scelto quindi fin dalla sua origine di strutturarsi in comunità piccole che potessero avvicinarsi ad essere una famiglia per le persone accolte, nella quale le regole servivano per dare valore e dignità alle persone e così creare le condizioni per favorirne lo sviluppo e, poi, il distacco.

La festa del papà è la festa dell’amore tra due generazioni diverse, tra persone che cambiano e si sperimentano l’un l’altro: la crescita velocissima dei figli, il loro rapido evolvere, confrontato con la maggiore stabilità dei genitori, e la ricerca di uno spazio di incontro, di un meccanismo  che permetta di tenersi per mano senza strattonarsi. E’ lo spazio del dialogo, che è “l’unico modo che ci permette di abitare situazioni inedite” (M. Delpini, prefazione a “Fratelli Tutti” di Papa Francesco). 

Nelle comunità, come in famiglia, ci sono momenti di allegria e altri di difficoltà, serate più divertenti e altre più pesanti, ma l’amore e il dialogo sono la risposta, sempre, dai genitori verso i figli e dai figli verso i genitori.

E allora chiudo con un altro riferimento a Ermanno Azzali: quando gli avevamo riferito, insieme ad altri volontari, che c’erano troppi ospiti da seguire e troppe cose da fare, rispetto alle energie e al numero di noi volontari, lui aveva risposto, con semplicità e senza ironia: allora aumentate l’amore!

Buona festa del Papà

Antonio