Ore 21.00 del martedì: inizia il “giro-tavoli” dei volontari!

Il martedì alle 19:30 i nostri Ospiti e Amici si accomodano in sala per dare inizio alla Cena del Martedì. Alcuni volontari hanno apparecchiato i tavoli, altri hanno cucinato e tutto è pronto per la cena. La maggior parte dei volontari di sala si accomoda al tavolo insieme ai commensali. Si cena insieme e mentre si mangiano prelibatezze, preparate con cura e maestria, si conversa e soprattutto si ascolta. È un momento fondamentale per i nostri ospiti: il momento di comunione del cibo, coincide con la voglia e la necessità di comunicare disagi, sofferenze, problemi o semplici notizie e curiosità. Un grande momento di normalità tanto caro e necessario all’animo umano.

Terminata la cena, gli ospiti alla spicciolata se ne vanno, alcuni volontari rassettano la sala da pranzo, altri lavano e puliscono la cucina. La cena è terminata. La serata è dunque finita?

No! Inizia “giro-tavoli” (*Il giro-tavoli è il nome che diamo alla riunione dei volontari dove i volontari si confrontano sulle problematiche e notizie emerse dai dialoghi fatti a tavola con gli ospiti per individuare insieme eventuali soluzioni.)

Per chi come me è appassionato di Murakami dei suoi romanzi, citando “Kafka sulla spiaggia”, è come se “ …. seguendo percorsi paralleli, che non tarderanno a sovrapporsi, il vecchio e il ragazzo avanzano nella nebbia dell’incomprensibile, ognuno proteso verso un obbiettivo che ignora ma che rappresenterà il compimento del proprio destino.” La storia di due mondi solo apparentemente lontani. Non li divide lo spazio o il tempo ma forse la cultura, il vissuto differente o solo la fatalità degli eventi della vita.

Forza che inizia “giro-tavoli”!

A cena, a tavola con i inostri amici, nella fase di ascolto, raccogliamo storie di degrado sociale, di miseria umana, di fragilità. Cresce l’empatia, Il desiderio di aiutare, di alleviare o solo lenire qualche sofferenza. Le emozioni sono molteplici e nel donare attenzione, alle volte, si concede esclusività al rapporto, creando una forma di “dipendenza” che mi vergogno un po’ a dirlo ti fa stare bene.

Ma ecco che finalmente c’è “giro-tavoli”

Ora tutti i volontari, sia chi ha fatto i servizi che quelli che hanno cenato con gli ospiti, siedono insieme, formando un anello, un cerchio che include metaforicamente tutte le esperienze, le storie, i racconti di una cena. È come se “l’empatia esclusiva”, di cui parlavo prima, diventasse “esperienza collettiva”. Dunque, le mie esperienze si intrecciano con quelle del gruppo. Diventano meno mie ma sono più forti, intense e potenti. La mia consapevolezza aumenta, la dipendenza diminuisce, la mia anima è salva.

Adesso posso salutare e abbracciare tutti, adesso posso dormire sereno……ci vediamo alla prossima Cena del Martedì.

Francesco- Volontario della Cena del Martedì

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