martedì o mercoledì?1968 0 1964?

CENA HA GIÀ 59 ANNI!

Ma non era nata nel 1968? Lo testimonia Ermanno Azzali, nel video realizzato 30 anni dopo, e lo scrive nero su bianco anche Renzo Nulli, nel libro Cen’è per tutti…eppure al concerto per Cena del 2021 avevo incontrato Adriana, una ex ragazza del Centro Giovanile attivato da Don Franco nel 1964 nella Parrocchia di San Giovanni in Laterano, e mi aveva raccontato di un primo embrione di Cena dell’Amicizia, anche se ancora non si chiamava così, organizzato nel salone del primo piano di via Villani e gestito dai ragazzi e da alcune mamme che, insieme ad Angiolina, la perpetua di Don Franco, si occupavano della cucina e del guardaroba.

Poi, in occasione del recente incontro per i 20 anni dalla morte di Ermanno, un altro ragazzo di allora, Mauro, ha riproposto l’argomento, ricostruendo con dovizia di dettagli quella che potremmo chiamare la preistoria di Cena dell’Amicizia.

Ermanno (Ozzo) c’era fin dagli esordi, quindi certamente doveva esserci un motivo se proprio lui indicava il 1968 come la data di nascita di Cena dell’Amicizia, e ricostruendo la storia con diversi testimoni, compresa Angiolina, che a 98 anni ha ancora una invidiabile lucidità, forse la spiegazione è questa: quell’anno il gruppo che si occupava di questa iniziativa in favore delle persone senza dimora, forte anche dell’esperienza del campo estivo presso la Comunità Emmaus, dell’Abbè Pierre, in Francia,  diventò un gruppo a sé stante, non più una delle diverse attività del gruppo giovanile o dell’oratorio, ma una associazione con una sua specificità; anche se la costituzione in Associazione con tanto di atto notarile avverrà solo molti anni più tardi, nel 1985.

Su quei primi anni si potrebbe scrivere un libro: il centro giovanile come gruppo misto di ragazzi e ragazze, che 60 anni fa era una novità controcorrente, l’impresa di costruire la cucina, l’assemblea parrocchiale per vincere l’ostilità del parroco… intanto potete rivivere quelle prime esperienze leggendo il racconto di Mauro, che fissa l’origine di Cena nel settembre del 1964.

Angiolina Fornari, arrivata in via Villani da Carugate al seguito di don Gianfranco Pozzi e ‘ras’ del guardaroba della Parrocchia di San Giovanni in Laterano, aveva trovato la disponibilità delle pie donne addette al guardaroba, a cucinare una cena per almeno 10-15 persone. Don Gianfranco Pozzi (presto appellato Ginfro), nuovo coadiutore, aveva passato l’estate a spiegare l’iniziativa agli altri sacerdoti ed a sondare la disponibilità di una decina di under 20 a servire ai tavoli ed aprire un colloquio con ‘sconosciuti’ su base paritaria.
Gli invitati erano identificati e ‘selezionati’, fra gli utenti del guardaroba, inizialmente da Angiolina e successivamente da Ozzo (al secolo Ermanno Azzali) di ritorno dal buen ritiro di Budrio. La selezione era resa obbligatoria dalla mancanza di risorse finanziarie  e dal numero contenuto di volontari, oltre che dalla dimensione del locale cucina. Il corpo dei volontari era alimentato dai giovani del Danny, come era identificato il gruppo degli adolescenti presenti in oratorio.

Ginfro continuava la sensibilizzazione degli altri gruppi presenti in oratorio e Ozzo cercava e scopriva fonti per la riduzione dei costi e l’incremento delle entrate, inizialmente provenienti dagli adepti e dalla disponibilità caritativa della parrocchia.

Dopo tre anni di una situazione senza sussulti c’è stata la folgorazione di Emmaus. Ginfro, Ozzo e altri partecipano al campo di lavoro estivo dell’Abbè Pierre, denominato appunto Emmaus.
I ‘tre sette’, auto convocati come sempre per fare il punto della situazione, sono accompagnati dal ritmo di ‘On va pas aux ciel’ e dalla ricerca di come applicare alla realtà Cena quello che gli ‘esploratori’ avevano vissuto in Francia.
‘On va pas aux ciel’ ricordava che i beni materiali non portano verso il Cielo e che gli avanzi inutilizzati possono essere una buona fonte di aiuto verso chi ne ha bisogno. La campagna della raccolta della carta, condotta sotto la direzione di Ozzo, ha permesso lo svuotamento delle cantine di Città studi con effetto primario di raccolta di fondi. La necessità di impacchettare e trasferire in cartiera quintali di carta ha portato a lavorare gomito a gomito un buon numero di giovani sempre al ritmo di ‘On va pas aux ciel’.
Ginfro da parte sua ha colto anche l’occasione per eliminare il fossato esistente fra l’oratorio ed il gruppo scout, presente in via Villani. Per gli scout è diventato ‘servizio’ nel programma educativo la raccolta della carta e la partecipazione a Cena.

Assicurati i fondi, il ‘tre sette’, ha pensato di portare gli inviti al di fuori dell’area parrocchiale. Nuovi ospiti sono stati rintracciati sui binari e intorno alla stazione centrale con raid serali che interrompevano partite a carte accalorate: specie quando a perdere era Ginfro.
La visita pastorale del card. Colombo aveva benedetto anche Cena.

Ma Cena ha dovuto incontrare subito opposizioni frutto di ottusità gerarchiche che hanno rischiato di interrompere il sogno.
Era il 1970 quando San Pio X diventava Parrocchia. Veniva nominato un Parroco già coadiutore di San Giovanni in Laterano e che aveva mostrato insofferenza per una attività classificata come al di fuori della pastorale parrocchiale. I buoni auspici di Ginfro e l’insurrezione dei volontari hanno da una parte permesso di trovare una dislocazione alternativa e dall’altra strappato l’impegno che l’esilio sarebbe durato un solo anno. Cena trova ospitalità presso le Suore di via Ponzio e gli ospiti non hanno tardato a confermare l’apprezzamento per gli incontri settimanali.

Il ritorno in via Villani, dopo il pericolo corso, ha portato all’ipotesi di esportare il progetto di Cena al di fuori della sola area parrocchiale. Ozzo, sotto il controllo paterno di Ginfro, ha quindi mosso tutti i suoi contatti e con il suo impeto ha raggiunto un traguardo sempre considerato utopico. Cena diventa quindi Associazione e trova via Villani insufficiente a continuare la sua mission: e questa non è storia ma realtà.

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