Il lavoro socialmente utile: da dovere a opportunità

Nel 2010 è stata introdotta una norma secondo la quale è possibile sostituire una pena detentiva e pecuniaria per una infrazione del codice della strada con lo svolgimento di una prestazione lavorativa al servizio della comunità e Cena dell’Amicizia è una delle strutture che accolgono questi lavoratori “atipici”

Non è una gestione facile e leggera perché bisogna pensare ad una attività che vada bene per la persona, poi bisogna formarla e affiancarla, stendere le relazioni per il tribunale ma soprattutto inserirla nella vita quotidiana dell’associazione cioè dare modo a questa persona di conoscere la realtà in cui operiamo perché riteniamo che il vero valore di questa esperienza stia proprio nel dare la possibilità di approfondire la tematica della grave emarginazione.

In questi mesi abbiamo con noi Ettore, un giovane ragazzo che ha scelto di seguirci in questa direzione e di andare oltre al lavoro socialmente utile per poter così creare delle relazioni interessanti sia con l’educatore che lo segue sia con le persone che frequentano il nostro Centro Diurno.

Ma lasciamo subito la parola a Ettore: “ho fatto alcune esperienze di volontariato ma mai in associazioni che si occupano di povertà e così ero curioso di scoprire questo mondo. Mi ha colpito subito il clima di familiarità che si respira in questa associazione, non pensavo ma sia i volontari che gli Ospiti mi hanno accolto senza difficoltà. Mi occupo di attività d’ufficio ma mi fermo qualche volta a pranzo così da potervi conoscere meglio.”

Come dicevamo all’inizio Cena dell’Amicizia si rende disponibile come struttura dove svolgere il lavoro alternativo alla pena anche per permettere alle persone di conoscere meglio la problematica della grave emarginazione a Milano e così è stato anche per Ettore: “pensavo che le persone senza dimora fossero solo quelle che dormono per strada e qui ho visto invece un’altra dimensione della problematica. Ho incontrato persone pulite e che si danno da fare e questa dimensione non la conoscevo”

Ettore non è un volontario, non ha scelto liberamente di dedicare il suo tempo a noi e non è detto che terminato il lavoro socialmente utile rimanga in contatto con noi ma averlo incontrato, averlo con noi per un periodo, si sta rivelando una opportunità di crescita per tutti.

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