Primo incontro di formazione per i nostri volontari
La relazione d’aiuto, alcuni aspetti da tenere a mente
Ieri sera si è svolto il primo incontro con la dott.ssa Paola Cesari e i volontari di Cena dell’Amicizia e Ronda Carità e Solidarietà nell’ambito del progetto Passi Fondamentali.
Insieme alla dottoressa abbiamo approfondito gli aspetti da considerare in una relazione d’aiuto, nell’incontro con un’altra persona. I punti toccati sono stati:
- quanto è cosciente la richiesta d’aiuto?
- come l’altro porta il suo bisogno nella relazione?
- quanto è fondamentale l’aspetto tempo nella relazione d’aiuto?
Quanto è cosciente la richiesta d’aiuto?
La prima domanda riguarda il fatto che, diversamente da quanto si aspetta il volontario, non sempre le persone che incontriamo abbiano chiaramente presente ciò di cui hanno veramente bisogno e non sempre sono in grado di chiedere aiuto nel modo giusto. Può succedere che la persona che chiede aiuto dichiari che per lui sia fondamentale trovare, ad esempio, un lavoro quando invece la sua più urgente necessità è si sentire di appartenere ad un gruppo, o di sentirsi adeguato alla società.
Saper riconoscere i bisogni principali è fondamentale per poter dare una risposta veramente utile, che funzioni, altrimenti assisteremo a delle ricadute apparentemente incomprensibili. Gli studiosi hanno provato a classificare i bisogni dell’uomo, a creare delle piramidi di urgenza ma nella realtà i bisogni si strutturano in sistemi complessi. Ad esempio, spesso succede alle persone che hanno delle dipendenze, per soddisfare la sfera affettiva si sceglie nella sua vita strade che risultano in forte contrasto con altre sfere, come quella fisiologica.
Come l’altro porta il suo bisogno nella relazione?
La seconda domanda è inerente al bisogno espresso nella relazione.
Da una parte la relazione che una persona instaura nel presente risente di quelle vissute in passato: ad esempio se da piccolo hai ricevuto risposte avversative dalle persone emotivamente importanti quando hai espresso le tue necessità allora anche da grande farai fatica a fidarti di chi si offre di aiutarti. In base alle esperienze passate, soprattutto infantili, la persona si crea la previsione di quanto possano essere accettabili i suoi bisogni agli occhi degli altri.
Dall’altra parte la relazione, per essere tale, è tra più persone e quindi risente degli schemi motivazionali di tutte le persone coinvolte quindi anche di quelle dei volontari e degli educatori.
Quanto è fondamentale l’aspetto tempo nella relazione d’aiuto?
Per creare una relazione è necessario un tempo e sicuramente questo tempo aumenta se si tratta di una relazione d’aiuto perché tale relazione porta con sé una richiesta di cambiamento e l’uomo fa fatica a cambiare le proprie abitudini mentali e emotive.
Per il volontario diventa quindi importante imparare a rimandare la soddisfazione del suo desiderio di veder realizzata la sua aspirazione di essere di aiuto.
Il tempo però è anche un alleato, permette di imparare strada facendo. Oggi in ambito terapeutico si sottolinea l’importanza di prestare attenzione alla reazione dell’altro rispetto all’intervento di aiuto così da stabilire come organizzare il passo successivo.