Cosa significa fare la Presidente? Lo abbiamo chiesto a Carluccia

Oggi festeggiamo il compleanno di Carluccia Gussoni – Presidente di Cena dell’Amicizia – e per farlo vi raccontiamo come vive questo ruolo ormai da 8 anni.

Come è iniziata la tua avventura con la Cena dell’Amicizia?

E’ iniziata dallo scoutismo, nella parrocchia dove aveva sede il mio gruppo scout c’era questa attività organizzata dai ragazzi dell’oratorio, una cena settimanale dove ci si sedeva a tavola con tanti emarginati, poveri, senza tetto; avevo poco più di 20 anni e come capo scout iniziai a partecipare alla Cena dell’Amicizia per seguire i “novizi” coinvolti nel servizio come parte del loro cammino formativo; ci univamo anche ai momenti di auto finanziamento, la mitica Operazione Formiche, la raccolta carta, che allora era un’attività redditizia e richiedeva un’intera giornata ogni tre mesi con tutte le forze disponibili.  L’anno dopo scelsi la Cena dell’Amicizia e lasciai definitivamente il servizio di capo scout.

Come è cambiato negli anni il tuo coinvolgimento nel volontariato di Cena?

Parliamo di un periodo davvero lungo, la storia della mia presenza (o assenza) in Cena è un po’ la storia della mia vita… la cosa più coinvolgente è sempre stata il rapporto con alcuni Ospiti, quelli che per motivi anche casuali mi sono trovata a seguire per tantissimo tempo, diventando per loro un riferimento, un aggancio famigliare, la persona da chiamare quando finivano al Pronto Soccorso, ma anche quella che gli lavava la biancheria o li aiutava a fare la domanda per la casa; queste relazioni personali non hanno subito interruzioni nemmeno quando sono partita per l’Africa per più di due anni, o quando ho smesso per qualche anno di frequentare attivamente la Cena per motivi famigliari; e comunque, appena ho potuto, la Cena era sempre il punto da cui ripartire a fare volontariato attivo, sia contribuendo alla nascita ufficiale dell’Associazione e del Centro di accoglienza negli anni 80, sia frequentando il Centro femminile dopo il 2000; fino a quando, raggiunta la pensione, sono entrata nel consiglio direttivo e dopo pochi mesi mi sono ritrovata nel 2013 ad essere presidente di Cena…non avevo idea di che cosa mi aspettava!

Il mio ruolo attuale, come Presidente di un’associazione di volontariato, è fatto di moltissime differenti attività, dall’interfacciarmi con il Comune di Milano, al quale garantiamo un servizio di accoglienza residenziale 365 giorni all’anno avendo partecipato a regolari gare d’appalto, al parlare al pubblico che viene a uno spettacolo organizzato per raccoglier fondi per la Cena, dallo scaricare 182 scatoloni di confezioni di cioccolato da vendere davanti alle parrocchie, al cercare un idraulico perché non c’è l’acqua calda in un appartamento condiviso, dallo scrivere un progetto da 60 mila euro insieme ad altri 4 enti come noi per partecipare a un Bando della Regione creando un nuovo servizio, al preparare la relazione al bilancio per l’assemblea annuale. Io che ho fatto tutta la vita la pediatra e non ho mai avuto un lavoro da dipendente mi ritrovo da pensionata ad essere di fatto un datore di lavoro, per cui ho dovuto affrontare la cassa integrazione per i dipendenti in un momento difficile, garantire la sicurezza sul lavoro e il rispetto di tutte le leggi in materia; ho dovuto studiare, e non ho ancora smesso!

Quali sono i problemi nel portare avanti un’associazione di questo tipo e dimensione?

Nel descrivere il mio ruolo ne ho già dato una vaga idea; il problema principale forse è quello di far quadrare i conti, ospitare 365 giorni all’anno circa 45 persone, tra comunità e appartamenti, costa, e i bisogni aumentano sempre, purtroppo continuiamo ad essere necessari. Un altro problema è quello del rinnovo delle forze del volontariato, e l’offerta di un’adeguata formazione a chi si avvicina a un servizio che è fatto di relazioni con persone multiproblematiche.

C’è qualcuno in particolare che ti senti di voler ringraziare per questi 47 anni di volontariato?

Non è una domanda facile e la risposta non mi è venuta immediata, forse non ho mai pensato di dover ringraziare qualcuno per questo, ma è vero, chissà quante persone dovrei ringraziare! Mi vengono in mente Don Franco, l’amico prete che era il nostro Assistente scout e che ha fatto nascere la Cena dell’Amicizia, e la mia giovane amica Alessia, che ha condiviso con me i primi anni di questa nuova avventura da presidente, le fatiche e il superamento di tante difficoltà, e che purtroppo non c’è più e mi manca.  Fare volontariato ti fa incontrare tantissime persone veramente in gamba, di grande valore, da cui si impara ogni giorno.

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